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Stelleconfuse - PLANT A TREE (Italian and english version)

Updated: Feb 10






Puoi spiegare qual è il concetto di "confusione"
per te e come questo si riflette nella tua arte e nel tuo nome d'artista "Stelleconfuse"?

La “confusione” è insita nelle stelle, splendenti e meravigliose nel cielo notturno ma dai contorni indefiniti. I miei progetti artisti proprio come le stelle sono studiati in modo da avere dei lati “confusi”, che lo spettatore può assemblarli per trovare una sua interpretazione del mio lavoro. Per lo sforzo creativo che richiedo anche a chi osserva le mie opere mi piace considerarmi più un motivatore culturale che un artista.



Qual è il messaggio principale che cerchi di comunicare attraverso i tuoi simboli e loghi nelle città di tutto il mondo?

Il mio progetto principale “Plant a Tree” è nato nel 2008 con la creazione di un albero stilizzato. Il disegno dell’albero diviene quindi un logo e come tale è il riassunto ai minimi termini di un pensiero, un concetto che non lascia dubbi alle interpretazioni. “Plant a Tree” o meglio Pianta un Albero è una proposta che faccio alle persone per migliorare il mondo con un piccolo gesto.


Qual è il significato dietro il tuo progetto "Plant a Tree" e cosa ti ha ispirato a crearlo nel 2008? e come lo hai diffuso in tutto il mondo attraverso sticker, poster e stencils?

Il progetto “Plant a Tree” invita a riflettere sul significato di piantare un albero ed esorta tutte le persone a compiere questa azione.

Nel 2008 non avevo nessuna idea di cosa fosse la cultura urbana dell'arte, i miei studi infatti si erano focalizzati sul mondo della Pop Art. Tra i vari artisti di riferimento ero rimasto affascinato dai quadri di Franco Angeli in cui riproduceva i simboli del potere attraverso degli stencil che assimilavo agli attuali loghi commerciali che invadono le nostre città. Da questo mix è nata in me la necessità di creare un logo (a forma di albero stilizzato) che potesse trasmettere un messaggio positivo e di speranza da contrapporre ai simboli di stampo capitalistico presenti nelle nostre vite.

Il primo mezzo che ho utilizzato per promuovere il progetto sono stati gli sticker che attaccavo nella mia città e che grazie alla rete degli altri sticker artist ho potuto diffondere attraverso il mezzo postale in tutto il mondo. Solo in un secondo momento sono passato a realizzare poster e opere su muro. Il progetto ha sempre avuto una sua dimensione internazionale, infatti ho realizzato molte collaborazioni con artisti di tutto il mondo.

Una parte fondamentale del progetto sono anche i viaggi che mi hanno permesso di portare di persona il mio messaggio nelle principali capitali europee e di partecipare ad alcuni dei festival più importanti di arte urbana europea come: l’Upfest di Bristol, lo Step in the arena e lo Step out the arena di Eindhoven e lo Streetart Festival Frauenfeld in Svizzera.

Il progetto “Plant a Tree” è in continua evoluzione, per cui anche il logo è divenuto dinamico dal tronco infatti sono incominciati a crescere rami, foglie, fiori, frutti, ecc


Qual è stata la reazione del pubblico e delle autorità locali alle tue iniziative volte a sensibilizzare sul verde urbano e contro l'edificazione eccessiva?


La risposta verso il mio progetto “Plant a Tree” è sempre stata positiva, anche perchè la propaganda alla base non è mai tipo violento o con l'intento di imporre qualcosa, ma vuole essere soltanto suggerimento per migliorare il nostro mondo con una piccola azione.

Ad esempio una decina di anni fa fui invitato da una giornalista, che aveva visto i miei poster in giro per Firenze, in una trasmissione televisiva locale per parlare del mio messaggio. La trasmissione è ancora visibile su YouTube al link:



Inoltre dallo scorso anno sono presenti nello studio dell'assessore all'ambiente del Comune di Firenze tre pannelli di grandi dimensioni con tre dei alberi (Plant Smile, Plant Work e Plant Like).


Come è nata la tua passione per l'arte delle sticker e dello stencil? (per la serie è nato prima l'uovo o la gallina?)

La mia passione per gli stencil è nata dall’ammirazione verso artisti pop quali Franco Angeli e Mario schifano che li utilizzano in alcuni dei loro quadri. Nei miei primi lavori cercavo di ricreare alcune delle loro opere, sostituendo i loro stencil con il mio logo-albero stilizzato. Ecco perché successivamente, quando ho iniziato a lavorare in strada, la tecnica dello stencil è diventata predominante.

Gli sticker invece sono subentrati in un secondo momento, insieme ai poster e ai flyer, infatti li consideravo solamente come un ulteriore mezzo per propagandare il mio messaggio nelle città.


Come ti rapporti con il concetto di capitalismo e come influisce sulla tua arte?

Il concetto di capitalismo è ben rappresentato dell'albero degli zecchini nella favola di Pinocchio. Prendendo spunto da questa storia ho creato una serie di alberi degli zecchini moderni sui quali crescono veramente dollari, euro e criptovalute, ma attraverso le loro radici che prendono forza e vigore speculando sulla povera gente (rappresentata da teschi). Questa serie di opere le ho titolate “Believe in capitalism?”, lasciando la scelta allo spettatore se credere o no a questa forma di ordine economico e sociale.



Qual è il messaggio del progetto "Recycled Trash Trees" che vuoi trasmettere attraverso il logo dell'albero stilizzato sui rifiuti abbandonati?

Le multinazionali oramai producono oggetti con scadenze di funzionamento ben definite, oggetti che al massimo dopo qualche anno devono essere gettati (in quanto impossibili da aggiustare) per comprarne di nuovi. Una montagna di spazzatura creata già in partenza da chi produce questo genere di prodotti.

Con il progetto “Recycled Trash Trees” ho voluto porre l'accento sulle cattive abitudini delle persone di abbandonare in strada questo surplus di rifiuti. Il disegnare il logo del mio albero sulla spazzatura trasforma questa in opera d'arte, diventa quindi oggetto di un riciclo “culturale” contro un capitalismo che non cura l'ambiente.

Per questo progetto ho anche voluto rimette in discussione il mio logo, riciclandolo in una nuova forma più primitiva. Un logo, senza la simmetria geometrica che lo contraddistingue, che si trasforma in linguaggio minimalistico come a suo tempo lo era l'artiglio di Giuseppe Capogrossi.

Successivamente ho iniziato a disegnare questo logo “riciclato” anche sui muri per esplorare fino in fondo il mio lato più primitivo e brutale.



Qual è stato il tuo progetto più significativo o commovente fino ad oggi e perché?

La mia prima volta all'Upfest di Bristol nel 2017, avevo passato un momento molto difficile dal punto di vista personale e dopo vari tentativi ero stato selezionato per partecipare all'evento. Bristol è una città che dal punto di vista metereologico può piovere in qualsiasi momento, le nuvole nera erano sopra la mia testa mentre cercavo di realizzare il moi stencil sul pannello. Ogni volta che ne realizzavo una parte, guardavo il cielo sperando che non iniziasse a piovere in quel momento che mi avrebbe rovinato l'opera. Sono riuscito a finirlo in tempo prima che arrivasse la pioggia una mezz'oretta dopo... mi ricordo di avere guardato il mio “albero della pace” appena realizzato come avevo progettato ed essermi messo a piangere dall'emozione.


Come hai evoluto il tuo stile nel corso degli anni, passando da stencil, poster e sticker?

In realtà non c'è mai stato un passaggio (dalla piccola dimensione alla grande) e quindi un'evoluzione tra un supporto o una tecnica per portare avanti i miei progetti. Stencil, poster e sticker coesistono nel mio percorso artistico da sempre. L'unica evoluzione che c'è stata è quella di tipo tecnico, nel corso degli anni con l'esperienza e lo studio sono riuscito a raggiungere risultati sempre migliori in fatto di resa grafica.


Come hai visto cambiare la scena dell'arte delle sticker art in Italia nel corso degli anni?

Rispetto a quando ho cominciato nel 2008 adesso ci sono molti più sticker in giro per le città. Questo è dovuto essenzialmente alla possibilità di stamparli in grandi quantità in modo economico rispetto a prima. Nelle strade delle città si possono trovare sticker artistici ma anche tantissimi sticker pubblicitari, per cui è sempre più difficile farsi notare dalle persone.

Nel corso degli anni si è però ben formata una comunità di sticker artist internazionali, che permette di dare risalto a questa forma di arte attraverso scambi internazionali ed eventi dedicati.


Raccontaci di più sul progetto "Melting Pot Melting Pop" e come hai coinvolto altri artisti sticker in questo concept. Come definiresti il concetto di "Melting Pop" e qual è il messaggio che vuoi trasmettere attraverso questo progetto?






Nel 2010 ho ideato il mio primo evento sulla sticker art: “Stick On Haring!”, un omaggio all’artista americano Keith Haring nel XX anniversario della sua scomparsa; per questa occasione avevo realizzato delle sagome, di legno e di materie plastiche, che poi furono ricoperte di sticker provenienti da tutto il mondo in una performance live.

Il concept iniziale si è poi sviluppato nel corso degli anni cambiando nome in “Melting Pot Melting Pop”, questa nuova denominazione vuole mettere in evidenza il senso di unione della scena internazionale della sticker art (Meltig Pot) ed il fatto che gli eventi si ispirano alla Pop Artin generale (Melting Pop). Proprio il senso di comunità permette con una semplice call sui social network, in cui si spiega il progetto, di poter ricevere buste di sticker da ogni dove.


Come vedi la diffusione di film come "Sticker Movie" nel promuovere e sensibilizzare il pubblico sull'arte delle sticker e sul tuo lavoro in particolare?

La diffusione di ogni prodotto che parli di sticker art è di primaria importanza per tutto il movimento. Viviamo in un mondo oggi con manie di grandezza in tutti i sensi, artisti si sfidano a fare il murales più grande possibile e le persone comuni vedono nella grandezza l'apice di un progetto artistico. Creare forme d'arte in piccolo formato è un atto di ribellione al mainstream, ma per far conoscere alle persone questa comunità artistica sono necessari progetti come “Sticker Movie” che raccontano che cosa vuol dire fare sticker art e i suoi interpreti.

Per quanto mi riguarda poter partecipare a “Sticker Movie”è stata veramente un'esperienza fantastica, mi sono commosso durante la visione di prova del film vedendo tanti altri artisti che si muovevano e si esprimevano come me.


Parlaci del SAMRO, il museo degli sticker di Roma

Insieme all’artista PinoVolpino dallo scorso anno ho lavorato per la creazione di un museo degli sticker nella capitale: il SAMRO – Sticker Art Museum of Rome. L’idea alla base del SAMRO è quella di dare importanza a questa forma d’arte e farla conoscere a un pubblico sempre più vasto. Il museo interamente autoprodotto si concretizzato con una prima esperienza riqualificando una cabina telefonica abbandonata a Roma nel luglio 2022. A causa di un episodio vandalico, dopo poco più di due mesi, abbiamo chiuso questo primo capitolo museale.

Nel marzo 2023, il SAMRO è stato riaperto, riqualificando uno spazio, all’interno del MAAM (Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz – Città Meticcia), sempre a Roma. Un “museo matrioska”, poiché si trova dentro un altro museo, con gli sticker di più di 200 artisti da tutto il mondo.

Questa seconda esperienza ha permesso anche di articolare meglio il progetto fino ad attribuire delle cariche: assieme a PinoVolpino sono diventato condirettore del museo, mentre a Pino Boresta (in quanto primo sticker artist italiano) gli è stata conferita la carica di presidente onorario. Una migliore definizione del progetto ci ha portato a partecipare a una tavola rotonda su musei “self-made” durante il Festival delle Periferie di Roma.

Il SAMRO è un luogo fisico, ma è soprattutto la concretizzazione di un pensiero: gli sticker meritano una loro esposizione museale.




Hai raccolto nel tuo blog una rassegna di intervista degli artisti piu influenti da questo punto di vista. Quali sono i tuoi prossimi progetti o obiettivi nel mondo della sticker art?

Il blog “The White Books” (https://thewhitebooks.wixsite.com/thewhitebooks) è nato dall'esigenza di dar voce ai protagonisti dalla sticker art dai quali nel corso degli anni ho ricevuto degli sticker. I libri bianchi sono i raccoglitori della mia collezione di sticker che ho raccolto durante gli anni. E come ho già espresso nelle risposte precedenti, la condivisione delle idee e dei progetti degli artisti che producono sticker (attraverso libri, eventi, film, ecc) è fondamentale per tutta la comunità internazionale legata da questa forma di arte.

Infatti come obiettivi per quanto riguarda il mondo della sticker art per il prossimo anno vorrei portare in una sala cinematografica di Firenze il film “Sticker Movie” per farne un'anteprima italiana. Inoltre assieme al condirettore PinoVolpino vorrei organizzare un nuovo evento all'interno del SAMRO, e sviluppare il museo cercando di aprirne delle succursali in altre città italiane.


Qual è il messaggio più importante che desideri che le persone traggano dalle tue opere?

Libertà di pensiero.





Contatti:

Pagina Instagram: @stelleconfuse




ENGLISH VERSION



1. Can you explain what the concept of "confusion" means to you and how it reflects in your art and your artist name "Stelleconfuse"?

"Confusion" is inherent in the stars, shining and magnificent in the night sky but with undefined contours. My artistic projects, like the stars, are designed to have "confused" aspects that the viewer can assemble to find their interpretation of my work. The creative effort I demand from those who observe my works makes me consider myself more of a cultural motivator than an artist.


2. What is the main message you aim to communicate through your symbols and logos in cities worldwide?



My main project, "Plant a Tree," was born in 2008 with the creation of a stylized tree. The tree design becomes a logo, summarizing a thought, a concept that leaves no room for interpretation. "Plant a Tree" is a proposal I make to people to improve the world with a small gesture.


3. What is the meaning behind your "Plant a Tree" project, and what inspired you to create it in 2008? How have you spread it worldwide through stickers, posters, and stencils?

The "Plant a Tree" project invites reflection on the meaning of planting a tree and urges everyone to take this action. In 2008, I had no idea about urban art culture, as my studies had focused on Pop Art. Inspired by artists like Franco Angeli, I created a logo (a stylized tree) to convey a positive and hopeful message against the capitalist symbols in our lives. Stickers were the first medium I used to promote the project, spreading them worldwide through postal exchanges with other sticker artists. Later, I expanded to posters and wall art, collaborating with artists globally.


4. What has been the public and local authorities' reaction to your initiatives to raise awareness about urban greenery and against excessive construction?




The response to my "Plant a Tree" project has always been positive, as it promotes a non-violent suggestion to improve the world through a small action. For example, a journalist invited me to a local TV show after seeing my posters in Florence. The project has international dimensions, with collaborations and participation in major European street art festivals.


5. How did your passion for sticker and stencil art develop? How do you relate to the concept of capitalism, and how does it influence your art?



My passion for stencils came from admiration for Pop artists like Franco Angeli. Stickers came later, serving as a means to propagate my message in cities. I address capitalism through artworks featuring modern coin trees, symbolizing how capitalism gains strength through speculation on the vulnerable. My art questions whether one believes in capitalism or not.


6. What is the message behind the "Recycled Trash Trees" project, and how does the stylized tree logo on abandoned waste convey your intentions?

"Recycled Trash Trees" highlights people's habit of abandoning excessive waste. Drawing the tree logo on garbage transforms it into art, promoting cultural recycling against environmental neglect by capitalism. The project challenges my logo, recycling it into a more primitive form, exploring a raw and brutal side.


7. What has been your most significant or moving project to date, and why?



My first time at Upfest in Bristol in 2017 was emotionally powerful. Facing personal difficulties, the unpredictable weather added tension as I completed my stencil under threatening rain clouds. Finishing the "Tree of Peace" just before rain fell, I was moved to tears.


8. How have you evolved your style over the years, transitioning from stencils to posters and stickers?

There hasn't been a transition in terms of size or medium; stencils, posters, and stickers have coexisted in my artistic journey. Technical evolution has occurred over the years, achieving better graphic results with experience and study.


9. How have you seen the Italian sticker art scene change over the years?

Compared to when I started in 2008, there are now more stickers in cities due to cost-effective printing. However, standing out among advertising stickers is challenging. A global community of sticker artists has formed, promoting this art form through international exchanges and dedicated events.


10. Tell us more about the "Melting Pot Melting Pop" project, involving other sticker artists. How do you define the concept of "Melting Pop," and what message do you aim to convey?

Initially inspired by Keith Haring, the project evolved into "Melting Pot Melting Pop," emphasizing unity in the international sticker art scene and its inspiration from Pop Art. The community aspect allows for global participation, with artists sending stickers from around the world.


11. How do films like "Sticker Movie" contribute to promoting sticker art and your work?

The dissemination of sticker art-related films, like "Sticker Movie," is crucial for the movement. In a world focused on large-scale murals, small-format art is a rebellious act. Projects like "Sticker Movie" help showcase the sticker art community and its interpreters.


12. Tell us about SAMRO, the sticker museum in Rome.


With PinoVolpino, I worked on creating SAMRO, the Sticker Art Museum of Rome, to give importance to this art form. Initially reclaiming an abandoned phone booth, SAMRO reopened within the MAAM in Rome, showcasing stickers from over 200 international artists. SAMRO aims to provide a museum space for stickers, recognizing their artistic value.


13. You've collected interviews with influential sticker artists on your blog. What are your future projects or goals in the world of sticker art?


The blog "The White Books" aims to give voice to sticker art protagonists by sharing ideas and projects. Future goals include organizing an Italian premiere of "Sticker Movie" in Florence and hosting a new SAMRO event with PinoVolpino. The plan is to develop the museum and potentially open branches in other Italian cities.


14. What is the most important message you want people to take away from your works?

Freedom of thought.

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